L’ICC o la terapia del problem-solving possono essere condotti sia individualmente sia in gruppo (Cornoldi, Gardinale, Masi & Pettinò, 1996). Questo tipo di intervento combina l’insegnamento di strategie cognitive, per esempio le tappe del problem-solving e l’automonitoraggio, con tecniche di modificazione del comportamento, come per esempio i rinforzi, gli auto-rinforzi e il modeling.
L’ICC si è sviluppato nel tentativo di migliorare la generalizzazione e la durata delle tecniche di modificazione del comportamento. Sebbene studi sull’ICC con bambini aggressivi, impulsivi e iperattivi abbiano mostrato miglioramenti nell’impulsività a livello cognitivo, nei comportamenti sociali, e nell’utilizzo di strategie di gestione delle situazioni difficili.
I maggiori problemi risultano essere la difficoltà di generalizzazione a situazioni per le quali non c’è uno specifico trattamento e il fatto che i bambini non riescono a usare le strategie che hanno imparato, a meno che non vengano spinti a farlo. Un trattamento che includa anche un’automonitoraggio e un’autovalutazione risulta estremamente utile per il miglioramento dell’autocontrollo.
Un modello intensivo di trattamento sulle abilità di problem solving sembra essere aggiuntivo e superiore rispetto alla terapia individuale centrata sulla relazione, nel migliorare il comportamento di bambini ospedalizzati  e con problemi di condotta, molti dei quali hanno ADHD associata ad altri disordini da comportamento dirompente.

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